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L’Internets È Il Paradiso Dei Giovani Maneschi

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Ricordate i bei tempi in cui Facebook veniva descritto come una cellula brigatista, e Twitter bollato come un «sottosuolo mefitico» popolato da orridi «ribaldi» – individui rancorosi e frustrati pronti a impiccare in piazza Enrico Mentana e strappare il cuore di altri pacati opinion leaders? Ecco, scordateveli.

Ora i media italiani hanno finalmente individuato un altro social network in cui frullare indistintamente cyberbullismo, gioventù bruciata, genitori assenti e/o in apprensione e l’immancabile mantra reazionario del “Oh Mio Dio Dove Finirà Questa Società Senza Un Dio, La Patria E La Famiglia?”.

Il social in questione è Ask.fm, protagonista di un articolo sul Giornale del 13 ottobre 2013 (titolo: “IL SITO SEGRETO DOVE I RAGAZZINI SI INSULTANO FINO ALLA MORTE1) che inizia con questo spaventoso allarme:

Cari genitori, credete di sapere tutto quello che vostro figlio fa davanti al pc? E invece vi sbagliate. Avete le password del loro account di facebook, instagram, twitter e chi più ne ha più ne metta. Nelle ore notturne, mentre dormono, sbirciate sulle loro pagine alla ricerca di qualcosa di sospetto.

Questo spionaggio da paraculi comportamento apprensivo da autentici Genitori Responsabili Approvati Da Vittorio Feltri™, tuttavia,

serve a poco se nel giro di ronda delle vostre «incursioni abusive» non avete incluso Ask.Fm.

Cazzo: ovviamente non l’avete fatto. Poco male, ci pensa Il Giornale a portarvi dentro questo nuovo mondo sconsacrato.

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Ask.fm non solo «è l’ultima carta arrivata nel mazzo dei social network». No, è qualcosa di molto più pericoloso e osceno. È la carta di gran lunga «più inquietante» del mazzo dell’alienazione giovanile:

Nel Regno Unito già due ragazzini si sono suicidati, schiacciati dal bullismo in Rete che, grazie ad Ask.Fm, si scatena in pieno anonimato.

Dunque questo social network ha già le mani sporche di sangue. Ovviamente non c’è nulla di cui sorprendersi, visto che Ask.fm è praticamente una versione digitale di Battle Royale:

La sensazione è quella di essere sottoposti a una pressante intervista da perfetti sconosciuti. Gli utenti si scambiano domande e si rispondono a vicenda. Più le risposte sono «cool», taglienti e strafottenti, più gli utenti diventano «popular» e risultano delle vere e proprie icone agli occhi degli amici. L’aspetto più diabolico di ask.fm è proprio che le domande possono essere anonime. Grazie a questa maschera, che tutti possono indossare, richieste e commenti sono spesso crudi,nessuno si fa scrupoli.

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(Nella foto: il comportamento medio di un utente su Ask.Fm secondo una giornalista de Il Giornale.)

I ragazzi che infestano questa piattaforma, rileva una sempre più sgomenta articolista,

sono fissati con quella che si può definire «matematica di bellezza». Se date un’occhiata veloce alla home page, senza soffermarvi troppo, vedrete una serie di numeri affiancati da smile accattivati. Queste cifre, all’impatto insignificanti, sono i voti che si danno tra di loro: «9». Risposta: «Grazie baby». Sono disinibiti, sfacciati.

L’orrore. L’or-ro-re.

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Oltre al bullismo, la morte ed una malsana disinibizione giovanile del XXI secolo, in questo «universo parallelo» si trovano «anche post decisamente preoccupanti». Il Giornale porta come esempio «quello di @EmyCrash», che

pubblica una sua foto con una siringa che le trapassa la lingua. Sotto c’è scritto: «Una mia foto in un periodo buio». A quel punto mi incuriosisco e vado sbirciare sulla sua pagina. Ha tantissimi piercing in faccia e giura di averli fatti da sola. La sua foto profilo la mostra mentre fuma una«canna». È qui il trash paga: ha un sacco di follower. Ma non è l’unica.

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Già. C’è anche una certa @C.A., un’utente scriteriata che

come immagine ha una sua foto in posa sexy, davanti allo specchio, in succinti short. Le chiedono: «Cosa fai quando sei stressata?», e lei, palesemente una ragazzina, subito si acconcia in posa da donna vissuta: «Fumo».

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La fiera giornalista de Il Giornale decide che può bastare così. È arrivato il momento di intervenire.

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È poco più che una bambina. Allora intervengo, le rispondo anch’io, provo a farle la morale: «Lo sai che fa male fumare?».

La risposta di @C.A. («Moriremo tutti comunque») è tagliente, sprezzante e, soprattutto, permette alla cronista immersa nel deep web dei giovani maneschi di vergare l’accorata riflessione finale:

Sanno ogni cosa della vita, almeno di quella virtuale. Sono già adulti. Sono loro i cittadini del mondo di ask.fm. A quel punto non mi resta che spegnere il pc e farmi da parte. Con grande sollievo…

Ma non è finita qui. In un altro articolo – «I fratelli glam che hanno fatto fortuna con l’odio» – si rintraccia la causa primaria dell’infernale violenza insita in Ask.Fm: i fondatori Ilja e Marka Terebin sono nati in Lettonia – quindi sono sovietici.

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La cosa peggiore è che, mentre gli iscritti della loro macchina da soldi si tagliano le vene e sono sottoposti a terribili angherie, i due fratelli se ne fottono e conducono una vita da oligarchi dell’Internets:

I creatori di Ask.Fm […] grazie a quel sito ora possono permettersi di sfoggiare lo sguardo che compare in ogni loro foto che circola in Rete: sono sempre belli e sorridenti, nello sguardo la luce di chi ha scacciato ogni preoccupazione, ha saputo trasformare la propria vita in un sogno dorato. I Terebin vengono spesso immortalati mentre si trovano a feste glamour o a bordo di splendidi yacht.

L’incredibile tesoro dei Terebin («il sito macina nella sola Gran Bretagna introiti pubblicitari per 5 milioni di sterline l’anno») non solo deriva dalla sospetta conversione dai soviet al turbocapitalismo tecnologico; è principalmente

accumulato cavando oro dall’odio vomitato sul web da ragazzini solitari e rancorosi.

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Sebbene la Guerra Fredda sia finita da un pezzo (o almeno così dicono), i due hanno ottenuto un risultato che nemmeno il più ottimista degli apparatčik stalinisti è mai arrivato a sfiorare: sfruttando la nevrosi e lo sbandamento morale dei giovani occidentali, i Terebin sono arrivati a colpire il cuore delle nostre società.

La lezione che si può trarre da Ask è dunque piuttosto semplice. Non bisogna mai fidarsi di due giovani spensierati, sorridenti, fighi e postsovietici. Mai.

Del resto, anche Lenin amava farsi ritrarre mentre accarezzava teneri gattini.

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  1. Lo trascrivo in capslock perché così RENDE MEGLIO L’IDEA.

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